Stefano Follador si racconta volentieri e mette l'onestà davanti a tutto nel farlo. Anche nel ammettere questioni tecniche che spesso vengono taciute perché ritenute poco “eleganti”. D'altronde il loro simbolo è l'asino: testardo e infaticabile, un animale pieno di dignità e forse “poco furbo” nell'aver scelto le splendide Rive anziché la comoda pianura. Stefano e i suoi fratelli hanno ereditato i vigneti dai nonni. La specializzazione arriva nel 1984, grazie al padre e alla madre, e gradualmente costruiscono una piccola realtà fatta di 6 ettari vitati e quasi altrettanti di bosco, che mantengono e da cui ottengono anche i pali delle loro vigne, tutte storiche: la più giovane è del '78 e questo significa che sono a vitigni misti, cosa che li rende molto orgogliosi e che cercano di mantenere, “perché il Verdiso dà l'acidità e la Perera dà l'aromaticità alla semplice eleganza della Glera: insieme danno profondità al vino, come un pittore che usa tre colori, anziché uno, per dipingere la sua tela”. Il Cartizze Follaba 2021 è la prima annata in bottiglia: fine di frutta e fiori bianchi e vaniglia, fine di mandorla fresca e mineralità appuntita.
(ns)
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