Non smette mai di stupire la finezza dei vini di Giuseppe Russo, con ogni nuova etichetta che produce, bianca o rossa che sia. Deve essere un’abilità legata alla musica - suo precedente mestiere - e all’infinita varietà di armonie e sinfonie, che le note sono capaci di comporre, (s)legandosi nel tempo e nello spazio: chicco dopo chicco, contrada dopo contrada, annata dopo annata, Giuseppe Russo legge ogni dettaglio per creare vini identitari, garbati, affilati eppure spessi. L’ultimo nato, l’Etna Bianco 2023 da viti giovani in contrada Feudo a Randazzo, non è un’eccezione: vino roccioso e citrino, fruttato e speziato, che si muove instancabile, che sfama e rinfresca.
(ns)
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