Nel 2021, sono andate sugli scaffali 100 milioni di Conegliano Valdobbiadene Prosecco. Ma al di là di questa conferma del successo del “sistema Prosecco”, la Docg Conegliano Valdobbiadene Prosecco rappresenta senz’altro la denominazione più significativa del fenomeno delle bollicine veneziane. A partire dal suo particolare areale di produzione, che comprende la fascia collinare del Marca Trevigiana (con i Comuni di Conegliano, Feletto, Refrontolo, Vittorio Veneto, Miane, Valdobbiadene, Vidor, Farra di Soligo, Pieve di Soligo e Susegana), patrimonio Unesco dal 2019, costellate dalle “Rive”, parola che indica un terreno scosceso e ripido e di non facile coltivazione, dedicata alla cosiddetta viticoltura eroica e che prevede vini prodotti esclusivamente con uve di un limitato vigneto e con indicazione del millesimo. Per poi continuare con una storia ricca e articolata che precede le nuove sfide odierne. Nel 1868, Antonio Carpenè e l’Abate Felice Benedetti, fondano a Conegliano, la Società Enologica Trevigiana, che innesca una rivoluzione vitivinicola (il Prosecco verrà prodotto in purezza). Nel 1876, erede della Società Enologica Trevigiana, nasce la Scuola di Viticoltura ed Enologia di Conegliano, volano di sviluppo per l’intera viticoltura italiana e, nel 1923, comincia a lavorare Stazione Sperimentale di Viticoltura e Enologia di Conegliano. Nell’ultimo dopoguerra i viticoltori di Valdobbiadene costituiscono la Confraternita dei Cavalieri del Prosecco, per valorizzare la loro antica tradizione vitivinicola. Nel 1962 nasce il Consorzio di Tutela del vino Conegliano Valdobbiadene e nel 1969 il Conegliano Valdobbiadene ottiene la Doc. Nel 2003, alla denominazione viene assegnato lo status di Primo Distretto Spumantistico d'Italia e nel 2009 diventa Docg.
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