Dopo il viale dei cipressi di carducciana memoria che si apre con la Tenuta San Guido, dopo l’ingresso alla Tenuta dell’Ornellaia, eccoci a Le Macchiole. Come dire, nel centro più centro del bolgherese, con quella sensazione di leggero sbandamento che la rapida sequenza di nomi “forti” può suscitare, quasi come si fosse a Pauillac. Ma quando metti i piedi nella cantina di Cinzia Merli, l’atmosfera cresce d’umanità, lasciando un po’ di allure per acquistare in serenità e misura. Restando ben solida, però, la storia aziendale. Dal 1983 anno in cui il marito Eugenio Campolmi, purtroppo prematuramente scomparso, l’ha fondata, da subito riuscì ad emergere. Lunga la serie di riconoscimenti nazionali e internazionali che i vini de Le Macchiole hanno riscosso unanimemente, occupando il centro del palcoscenico enoico di Bolgheri accanto ai nomi di cui sopra. Oggi insieme a Cinzia troviamo i figli Elia e Mattia a condurre una realtà, 27 ettari a vigneto per 165.000 bottiglie annue, che non ha perso la sua connotazione familiare e che conta sul lavoro di una squadra ad alto tasso di competenza, a sottolineare il valore aggiunto più vero e cioè quello delle persone. Cinzia Merli, oggi nel team dirigenziale del Consorzio, non ha mai cambiato il suo approccio al vino e alla vita. Delicato e allo stesso tempo deciso, sensibile e allo stesso tempo pragmatico. Un approccio che sta alla base delle dinamiche produttive sia dei vigneti, impeccabili e condotti con rigore, che della cantina, dove c’è acciaio, cemento di svariate forme e legni di varie tonnellerie di alto livello. Ad affermare che qui non si resta mai fermi sugli allori, leggasi su protocolli ormai consolidati da vini saldamente ai vertici, ma che l’azienda è in continua tensione verso il perfezionamento del dettaglio. Che è poi quello che fa dei vini davvero grandi vini. E a proposito di questi, il portafoglio aziendale è un susseguirsi di etichette di eccellenza assoluta nelle loro rispettive tipologie. Il Paleo, nato nel 1992 e dal 2001 Cabernet Franc in purezza, il vino per l’appassionato, il Messorio, Merlot in purezza, nato nel 1994, il vino per il collezionista e lo Scrio, Syrah in purezza, anch’esso nato nel 1994, “chicca” aziendale, ottenuto da un ettaro di vigneto. A chiusura dell’offerta, il Bolgheri Rosso, nato nel 2004 e ottenuto da uve Merlot, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon e Syrah vendemmiate in leggero anticipo, come a rispondere alle sollecitazioni climatiche di una zona già calda e generosa di suo. Un vino più immediato solo sulla carta e già campione tra i suoi pari, che nella versione 2018 convince per aromi netti e articolati e per la sua bocca agile, raffinata e ben bilanciata.
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