Nel panorama dei rosati italiani, tipologia che raramente ha suscitato clamore e interesse, almeno fino a qualche tempo fa, si segnala con forza il Sant’Isidoro di Maria Pia Castelli. Ottenuto da uve Sangiovese e Montepulciano, nella versione 2004 (e già questo la dice lunga, un rosato non d’annata che si mantiene su questi livelli!) si esprime con sorprendente complessità e tratti davvero peculiari. Il naso è da subito intrigante grazie a note di pelliccia, cuoio e spezie fini dove fa capolino un frutto rosso fresco e polposo. Grande la coerenza gustativa, ottimo l’equilibrio fra spina acida e sapidità. Poche bottiglie ma davvero di bella fattura.
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