Siamo in un piccolo angolo della sottozona di Gaiole in Chianti, che non è sfuggito ad Alessandro Masnaghetti nella sua carta della denominazione. Le uve di questo luogo andavano a finire nelle masse generiche di quelle del Chianti di Gaiole, e, in parte continuano a seguire questa strada. Maurizio Alongi, invece, ha deciso di produrre un vino "nato e cresciuto" proprio in questo luogo remoto. Su poco più di un ettaro, coltivato a Sangiovese, Canaiolo, Colorino e Malvasia Nera, risalente a una quarantina di anni fa e con pazienza riportato alla piena efficienza, ottiene le uve per il suo unico vino: il Chianti Classico Vigna Barbischio Riserva. La versione 2015, che è l'annata di esordio, è un vino intrigante. Sa, con la dovuta pulizia e precisione d'esecuzione, non tradire di un centimetro le sue origini, svelando nel bicchiere doti aromatiche significative, specialmente sul fronte della suo sviluppo fruttato, ad anticipare una bocca che parla di contrasti e di armonia. In parole povere, un vino che possiede carattere e centra in pieno quelle che sono le caratteristiche della sua tipologia.
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