“Quelli del Karlo”: così, ancora oggi, viene riconosciuta ad Oslavia la famiglia Primosic. Una definizione precisa di “storia”, di adesione ad un territorio focalizzata sulle persone; e che curiosamente unisce il Friuli alla Sicilia, dove ancora oggi è d’uso chiedere “a chi appartieni?” agli sconosciuti. Ecco, i Primosic sono di Oslavia da almeno 250 anni: compaiono nei registri come proprietari di terre coltivate già nel 1751. Il famoso Karlo, invece, spunta nel 1868. Oslavia è ancora parte dell’Impero Austro-Ungarico e il Collio è il suo giardino, che riempie le tavole abbienti viennesi di olio, uva, ciliegie e vino, compreso quello di Karlo. La Grande Guerra però trasforma quel ricco giardino in colline morte. Tutto si arresta e tutti scappano. Chi sopravvive torna, ricostruisce e ripianta, per lunghi anni di miseria. Tornano anche Karlo e il figlio Jozef, ma la Seconda Guerra Mondiale costringe Silvan, figlio dodicenne orfano di Jozef, a prendere le redini dell’azienda: inizia a produrre vino e a traghettare l’attività verso il boom economico degli anni Sessanta, partecipando alla fondazione del Consorzio Collio e imbottigliandone l’etichetta n.1. I figli Boris e Marko studiano, danno inizio alla zonazione delle vigne e aumentano esponenzialmente la qualità del vino. Oramai le colline tormentate del Collio e di Oslavia sono riconosciuti come territori di vino d’elezione, ma il suo vitigno più rappresentativo - la Ribolla Gialla - ne resta tagliato fuori, considerato ancora uva povera e contadina, indegna di un disciplinare dedicato a vitigni nobili (e internazionali). La riscossa arriva negli anni Novanta, quando entra a far parte del disciplinare e le aziende trovano il coraggio di sperimentare, riscoprendo una tradizione locale che le interruzioni dei conflitti avevano fatto perdere: la macerazione sulle bucce. Mentre Marko viaggia ed esporta il vino, Boris in cantina prova le prime macerazioni; brevi, poi sempre più lunghe. Il legame fra Ribolla e Oslavia è finalmente sdoganato: riconosciuto ufficialmente, è un nicchia di mercato che conquista del mondo e che va valorizzato. Nel 2020, a coronamento di lunghi perfezionamenti, nasce in casa Primosic la linea Skin: 4 etichette (Ribolla Gialla, Friulano, Pinot Grigio e un uvaggio) cui partecipano solo le viti più vecchie dell’azienda. Ne fa parte questa Riserva 2019, un vino intenso e coinvolgente: frutta gialla in confettura, frutta secca e tocchi balsamici di sottobosco aderiscono al naso e al palato con calore e con colore, lasciando ricordi lunghissimi sotto forma di rotondità morbida, cristalli di sale e gocce di acidità.
(ns)
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