Gianfranco Soldera, al di là delle polemiche che hanno accompagnato tutta la sua parabola di talentuoso vignaiolo a Montalcino, al pari di pochissimi altri, come Jayer o Madame Leroy per intenderci, è stato l’unico insieme a Franco Biondi Santi, a diventare un’icona mondiale del suo territorio. Di fronte ad una delle sue straordinarie bottiglie il silenzio se non l’inchino - che, come sosteneva il grande enologo Andrè Tchelicheff, era il giusto omaggio che andava reso ad un grande vino - è d’obbligo. La grandezza dei vini di Soldera non era percepibile da subito, bisognava aspettare qualche anno prima che palesassero il loro vero carattere, come la Riserva 2005 intenso, brillante ma quasi trasparente il colore. Denso e sfaccettato l’ampio bouquet, fatto di piccoli frutti rossi, una leggera nota ematica, spezie, una fine vena vegetale e un leggero accenno di goudron. Il sorso è di quelli che non ti aspetti a dar conto al colore, un nerbo acido impressionante, il frutto ancora freschissimo e tannini integrati perfettamente ne fanno un vino profondo, emozionante, austero e di rara eleganza, in grado di tenere botta ancora per anni.
(Massimo Lanza)
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