Una storia…da Netflix. Il prequel: discesa in campo (mille ettari di cui 75 vitati in location unica come Argentiera) e varo di bei vini. Poi, parte attiva e marchio - serbando il resto - ceduti ad altra proprietà. Quindi, e siamo a oggi, il sequel. Titolo (facile): Fratini, il ritorno. Con nuova label (Tenuta Hortense), team da Champion’s (gli agronomi Gianni Moscardini e Xavier Choné; gli enologi Eric Boissenot, prima firma a Bordeaux, ed Emiliano Falsini; i “suolisti” Pedro Parra e Françoise Vannier) e ambizioni in linea. Primo step, sondare in modo innovativo (conduttività elettromagnetica) l’attitudine delle aree alle varie uve, e scelta di 15 parcelle vocate. Poi, il via. Con un vino da lieviti autoctoni, elevato in tonneau, etichetta in oro col nome di famiglia, tiratura mini, distribuzione Meregalli, e già ora per struttura e ampiezza imponente quanto il livello di qualità e competizione (leggi: prezzo) consapevolmente scelto. Sarà poi ovviamente il tempo (e le prossime, più ampie produzioni) a dire se da casa Fratini arriverà a Bolgheri il cadeau di un altro nome-leggenda.
(Antonio Paolini)
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