2.000 sono gli ettari coltivati a Verdicchio, la varietà regina delle Marche, con 443 produttori di uve, 100 cantine vinificatrici e 124 imbottigliatori (dati Istituto Marchigiano Tutela Vini). La zona di produzione occupa in prevalenza la valle Esina. È la sola che corre parallela alla linea di costa e risente contemporaneamente sia delle montagne sia dei venti salmastri dell’Adriatico. Ne deriva un “Verdicchio di mare”, quello dei Castelli di Jesi, che si differenzia dal “Verdicchio di montagna” cioè il Verdicchio di Matelica. L’areale del Verdicchio di Jesi comprende anche le colline di Cingoli, Apiro, Cupramontana e Arcevia fino alla Valle dell’Esino e del Misa. Castelli di Jesi e Matelica si dividono il palcoscenico bianchista delle Marche (e dell’Italia) e, pur con lo stesso vitigno, sono diverse. I vigneti jesini si trovano orientati verso l’Adriatico per cui i vini svelano un timbro più solare e mediterraneo. Matelica è circondata dagli Appennini, le escursioni termiche sono più incisive e il clima più fresco ed il Verdicchio di Matelica, coltivato in provincia di Macerata e, in piccola parte, ad ovest di Ancona, nella zona preappenninica dei Monti Sibillini, è vino d’altura. Due “fratelli” diversi, dunque, originati da uno stesso “padre”, il Verdicchio. Il Verdicchio di Matelica è prodotto solo nell’Alta Vallesina, il Verdicchio dei Castelli di Jesi solo nella Bassa Vallesina; il Verdicchio di Matelica “non vede il mare”, quello dei Castelli di Jesi “arriva al mare”; la produzione di uve del Verdicchio di Matelica è un decimo di quella di Jesi (mediamente 25.000 quintali contro 250.000), così come anche il rapporto tra i numeri delle aziende vitivinicole è uno a dieci e il rapporto tra le superficie di produzione in linea generale il medesimo.
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024