In siciliano “Burdisi”/“Burdese” significa bordolese, aggettivo che rimanda al distretto viticolo francese tra i più noti al mondo. E non è un caso che il nome scelto per questo vino a marchio Planeta comunichi queste specifiche coordinate. Si tratta infatti di un classico taglio a base di Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc, che anche nella sua realizzazione (fermentazione malolattica in parte effettuata in legno e successiva maturazione in barrique nuove per 24 mesi) riconduce esplicitamente ai vini di Bordeaux. Non ci sarebbe molto da aggiungere su un vino che, come è accaduto in tutta l’Italia enoica, rappresentava un esercizio di stile “bordolese”, appunto, ma nel caso del Burdese, uscito per la prima volta con l’annata 1999, la questione assume una portata più ampia. Si trattava di uno “scossone” ad un modo obsoleto di concepire il vino in una Regione che affrontava il concetto di “vino di qualità” in ritardo, ma con l’obbiettivo di bruciare le tappe. Oggi, quella spinta propulsiva è ormai sopita, tante cose sono cambiate nell’enologia siciliana e non solo, ma il suo peso storico resta significativo, nel bene e nel male. La versione 2018 profuma di mirtilli maturi e amarene sotto spirito, con tocchi di iodio, cioccolato e grafite. In bocca il sorso è polposo e denso, dallo sviluppo compatto e dal finale ampio di nuovo fruttato e dalla piacevole nota balsamica di chiusura.
(fp)
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