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EDITORIALE

Barolo in movimento

Da una parte, un territorio, quello del Barolo (e del Barbaresco) - il più prezioso d’Italia, dove un ettaro vale da 2 a 4 milioni di euro nei Cru più prestigiosi - ormai attenzionato anche da importanti investitori esteri, aspetto su cui il mondo produttivo locale si interroga per un futuro da scrivere sempre all’insegna dell’identità; ed ancora, una produzione che sembra non conoscere crisi, cambiamenti climatici a parte. Dall’altra, una serie di proposte costruite per sostenere un trend tutto sommato ancora positivo, a partire dal contributo di alcune variazioni dello stesso disciplinare di produzione del Barolo (e del Barbaresco). Ecco allora l’imbottigliamento consentito solo nelle due denominazioni; con la reciprocità, in questo senso, tra le zone del Barolo e del Barbaresco; la caduta del divieto di impiantare Nebbiolo da Barolo o da Barbaresco con esposizione a Nord (senza aumentare gli ettari ad oggi previsti dall’Albo dei vigneti delle due denominazioni); l’aggiunta delle menzioni comunali anche per il Barbaresco. Misure sottoposte al vaglio dei produttori, evidentemente, ma che già appaiono di portata non proprio secondaria. Detto questo, resta la bontà dei Barolo, sperimentata nelle nostre monografie (2019 - 2020 - 2021 - 2022 - 2023) e consolidata anche da questa del 2024, insieme ad una molteplicità di aziende che avrebbero meritato le pagine della nostra Newsletter. Ne citiamo alcune tra quelle che troverete nei prossimi I Vini di WineNews: Luigi Einaudi, Gianni Gagliardo, Ettore Germano, Azelia, La Spinetta, Fortemasso, Sandrone, Josetta Saffirio, Sobrero, Ca’ Romé, Icardi, Malvirà, Mauro Sebaste.

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