“Il Grigio” è una delle etichette storiche di San Felice ed esiste sia come Riserva che come Gran Selezione (dall’annata 2015). Sull’etichetta di entrambe le bottiglie è raffigurato un famoso dipinto di Tiziano “Uomo con armatura”. La Riserva è ottenuta da sole uve Sangiovese, selezionate da tutti i vigneti di Chianti Classico dell’azienda: fermenta in acciaio e matura poi per 24 mesi in tini di legno grande. La versione 2020 profuma di viole, erbe aromatiche e radici, con tocchi di tabacco e spezie, mentre in bocca il sorso è articolato e succoso, dalla trama tannica fitta e dal finale ancora speziato. Qui è nato, nel 1968, il primo Supertuscan chiantigiano, il Vigorello, che ha letteralmente inventato un nuovo modo di intendere il vino in Toscana. Ma, a partire dal 1978 con l’acquisizione da parte del Gruppo Allianz, San Felice ha continuato a scrivere altre pagine significative per la storia del vino toscano. Un programma di reimpianto dei vigneti la mette da subito tra i protagonisti del Gallo Nero, con una valorizzazione del Sangiovese che ha fatto scuola, affiancata da una ricerca sui vitigni di antica coltivazione con le Università di Firenze e Pisa. Oggi San Felice, 150 ettari a vigneto per una produzione di 850.000 bottiglie, è tra i protagonisti dell’Unità Geografica Aggiuntiva chiantigiana di Castelnuovo Berardenga, con etichette dallo stile coerente dalla cifra tendenzialmente tradizionale.
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