Un vino semplice ma gustoso, come siamo abituati dai vini d'annata del Chianti Classico: note di violetta e camelia - in questa versione 2022 di Banfi - ma anche mentolate ed ematiche, che anticipano uno sorso intensamente fruttato e che ben aderisce in centro bocca; scorre poi agile e pulito, leggermente sapido e con buona spina acida, verso un finale nuovamente floreale. Affiancato da una Riserva e una Gran Selezione, la linea chiantigiana classica prodotta da Banfi proviene dalla zona di Castellina in Chianti (fra le 11 Unità Geografiche Aggiuntive, quella più vitata della denominazione) dove coltiva ad alberello ben 18 ettari di Sangiovese, piantato fra il 2012 e il 2016 a circa 250 metri di altezza. Qui il clima è continentale, con temperature basse d'inverno ed estati calde e secche, mentre il suolo argilloso è poco profondo e poggia su di un substrato argilloso massiccio e salino a circa 60/70 centimetri di profondità. Una piccola produzione che si aggiunge a 19 ettari sull'Amiata, 86 ettari in Maremma, 15 a Bolgheri, 60 a Cerreto Guidi e, infine, agli 836 ettari di Montalcino, dove tutto è iniziato coi fratelli John e Harry Mariani nel 1978. Un anno dopo nasce anche la Banfi Piemonte, con 7 ettari a Strevi e 32 ettari a Novi Ligure, e nel 1983 si aggiunge il Castello Poggio alle Mura, oggi sede di ospitalità e ristorazione di lusso. Quarantasei anni di storia e rivoluzioni nella piccola Montalcino.
(ns)
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