Ottenuto da un blend a base di Nerello Mascalese e Grenache fermentato in cemento e maturato in legno grande per 18 mesi, il Tartaraci 2021 si presenta di colore rosso rubino scarico e profuma di melograno, fragole e agrumi con tocchi ferrosi ed affumicati. In bocca il sorso è scorrevole e scattante con il frutto sempre in primo piano fino ad un finale fresco e speziato. La piccola realtà produttiva di Mirella Buscemi - moglie di Alberto Aiello Graci, che già firma alcuni dei vini più affascinanti dell’Etna - si trova alle pendici del Vulcano sul versante Nord-Ovest, in Contrada Tartaraci nell’areale di Bronte, a una quota di quasi mille metri sul livello del mare (un’altezza che non consente alla cantina in questione di poter utilizzare la denominazione Etna, rappresentando uno degli ormai molti casi di questo genere, che indicherebbero un ritocco al disciplinare di produzione dei vini etnei). L’azienda parte nel 2016 con l’acquisizione di alcuni appezzamenti con ceppi molto vecchi, allevati a Nerello Mascalese, Grenache, Grecanico e Carricante ed oggi la superficie aziendale conta su circa cinque ettari, coltivati in biologico. In cantina è utilizzato l’acciaio in fermentazione, mentre per le maturazioni si usano sia cemento che legno grande. Due le etichette prodotte, per complessive 10.000 bottiglie: oltre al rosso Tartaraci, Il Bianco ottenuto da un uvaggio a base di Grecanico e Carricante.
(are)
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