Produttori, accademici ed istituzioni a confronto, nel percorso che potrebbe far diventare Patrimonio dell’Umanità la messa a riposo delle uve. Che sarebbe la prima tecnica vitivinicola a diventarlo. Con una ricaduta importante, culturale ed economica, sul territorio, sui produttori e sui viticoltori. Con il dossier sul tavolo dei Ministeri della Cultura, dell’Agricoltura e della Commissione Nazionale per l’Unesco, che, entro il 30 marzo, dovrà scegliere la candidatura italiana da inviare a Parigi.
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