Il Vin Santo ha ormai un’esistenza marginale nell’affollato panorama del vino italiano. Eppure, si tratta di una delle tradizioni enoiche più reali del Bel Paese e, non di rado, è stata il “trampolino di lancio” per le altre etichette. In Toscana, questa tipologia conserva, benché in particolari contesti, una posizione ancora di rilievo, come a Montepulciano una delle “capitali” della sua produzione. La famiglia Falvo, fondatrice di Avignonesi, pose un’attenzione spasmodica attorno al Vin Santo, quasi superiore a quella riservata al Nobile. E proprio le etichette della cantina di Valiano, oggi di proprietà di Virginie Saverys (Compagnie Maritime Belge), brillano di luce propria. La versione Occhio di Pernice (da Sangiovese), forse un vino che somiglia più ad una specie di aceto balsamico, resta un’esperienza sensoriale a sé stante. L’annata 2002 ha naso a dir poco ricco: fichi secchi, noci, frutti canditi, confettura di prugne, caramello, panpepato, liquirizia, cannella e datteri. In bocca è denso, quasi oleoso, eppure ancora tonico, per quella sua nota acida che non ne appesantisce mai il sorso.
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024