Anche se siamo in Sicilia, per dirla alla francese potremmo definirlo il più tradizionale tra i "vins du Terroir". Perché il bianco Salealto di Cusumano è figlio del suo territorio, Ficuzza, a Piana degli Albanesi in provincia di Palermo, a 700 metri di altezza sul livello del mare. La storia di Cusumano inizia proprio qui in montagna, vent’anni fa. Qui dove i Borbone costruirono la Reggia per poter cacciare in un territorio incontaminato. Un luogo puro che garantisce ai vigneti aria pulita, luce cristallina, ventilazione e una forte escursione termica. Salealto deve il suo nome a due caratteristiche: l’altitudine dei vigneti e l’accentuata sapidità del vino, ottenuto da Inzolia, Grillo e Zibibbo in parti uguali, vinificati separatamente e poi affinati insieme. “Siamo andati controcorrente - spiega Diego Cusumano, che ha presentato l’annata 2019 a Milano - perché abbiamo scelto di mantenere su parte della proprietà i boschi e la macchia mediterranea tipica della zona. Così i vigneti ricordano un mosaico. Anche questo contribuisce alla qualità del vino. Abbiamo adottato una potatura a Guyot. Non è comune in Sicilia, ma una tenuta così particolare, per altitudine, per i boschi che la circondano, per il paesaggio che la caratterizza non poteva avere una potatura comune”. Da questo terroir esce un vino fresco e salato, piacevolmente aromatico, con note di erbe mediterranee e frutta.
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