Questo vuole essere un piccolo appello: se avete un buon Bardolino in casa, provate a lasciarlo in cantina. Non troppo, solo un po’: potrebbe darvi delle piacevoli sorprese. Di sicuro lo è stata assaggiare una piccola verticale di Bardolino di Le Fraghe, l’azienda della famiglia Poggi che Matilde ha preso in mano nel 1984, e che si trova nella parte più settentrionale della denominazione, quella a ridosso delle Alpi, sulle colline strette fra il Lago di Garda e la Valpolicella. In assaggio 3 annate: la fragrante e ancora graffiante 2024 (attualmente in commercio a circa € 13,00); la 2020 - matura e scura, più speziata ma ancora succosa; nel mezzo la 2022, che concentra in sé i pregi di entrambe le etichette. Dolce e chiara, ancora intensamente profumata di frutta a polpa rossa e fiori altrettanto rossi, lascia più gioco al carattere speziato della Corvina, insieme a note di macchia mediterranea. Il sorso è succoso e pieno, snello eppure avvolgente, con calore e freschezza perfettamente bilanciati e una persistenza golosa. Bastano quindi un paio di anni per scoprire che il Bardolino non è il vinello che in troppi ancora considerano. Matilde Poggi ci ha creduto e si è data il tempo di leggere le sue vigne e i suoi suoli, accompagnando questo rosso prealpino attraverso i cambiamenti di stile degli ultimi 40 anni, ma facendo sempre un vino che piacesse a lei. La quadra è arrivata definitivamente nel 2018.
(ns)
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