Non di soli autoctoni vive l’Italia: siamo il Paese dei grandi vitigni indigeni, ma dove anche le varietà internazionali hanno trovato massima espressione, facendo la fortuna dei territori, grazie alle intuizioni dei produttori. Ma una domanda, provocatoria, sorge spontanea: se gli autoctoni italiani diventassero le varietà internazionali più diffuse, l’Italia perderebbe la sua esclusiva o sarebbe un nuovo trampolino di lancio per la nostra enologia? WineNews lo ha chiesto al Master of Wine Andrea Lonardi, e all’agronomo Giovanni Bigot, ideatore dell’Indice Bigot (ph: Apt Garda Trentino).
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