“La gente si è resa conto di quanto costi un litro di latte, e mangiando tutti i giorni a casa si riflette anche sulla qualità di ciò che si mangia. Ma la cosa più importante è che i piatti più buoni sono quelli più semplici, che non hanno bisogno di sovrastrutture e cromatismi arditi. Spero che questo possa spingere anche gli chef a tornare alla semplicità, che non vuol dire banalità. In primavera, con un ritrovato libero arbitrio, scopriremo se il nostro approccio alla tavola è cambiato. Se sapremo essere al di sopra delle mode e dei locali gourmand, una nicchia che rappresentano solo una minoranza”.
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