“Mai nessuno ha messo in discussione la qualità del prodotto enogastronomico, il nostro “petrolio”, ma abbiamo dovuto investire nell’accoglienza per far provare quelle esperienze di cui tanto si parla. Oggi ad essere cambiata è la comunicazione, che permette agli enoturisti di programmare prima il viaggio grazie alla tecnologia digitale. Che è fondamentale anche per le governance dei territori, che devono saper tradurre in strategia i numeri del turismo enogastronomico, a partire dal fornire tutte le informazioni per raggiungere e conoscere la meta”.
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