L’Etna, lo sappiamo, è un vulcano attivo. Le sue colate laviche sono frequenti: “devastano il territorio, ma allo stesso tempo creano dei nuovi terreni dal profilo minerale unico, da cui nasce il concetto dei tanti terroir distinti, che prendono il nome di Contrade”. Con questa semplicità Andrea Franchetti riusciva a spiegare le tante micro-specificità custodite dalla montagna: lui è arrivato a Passopisciaro nel 2000 ed è stato il primo ad accorgersi di questa molteplicità e a racchiuderla in etichette cru. Il Passorosso è nato all’inizio, vino corale di tutte le vigne a Nerello Mascalese dell’azienda, coltivate su suoli ed altitudini differenti. Assaggiato nel 2019, appena uscito in commercio, e di nuovo poche settimane fa, l’annata 2017 riflette ancora perfettamente lo stile del suo creatore: la fragranza dei piccoli frutti ha lasciato spazio alla dolcezza di ciliegia e susina in confettura, mentre alle note balsamiche si sono aggiunte quelle speziate ed ematiche. Il sorso è ancora ritmato, ma più profondo, persistente e materico: si alleggerisce nel finale floreale, tornando a quella luminosità che Franchetti ricercava nell’assemblare questo vino.
(ns)
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