La vite non è di importanza principale in una fotografia della agricoltura calabrese, soprattutto nei confronti del significato che rivestono l’olio d’oliva e gli agrumi. I dati della produzione, che arrivano fra l’altro sempre con grande ritardo, dimostrano bassi livelli di resa viticola, pochi vini a DOC e una generale trascuratezza del ricco patrimonio delle varietà autoctone ancora molto presenti nei vigneti. Cirò e Lamezia Terme spiccano nel panorama calabrese, sebbene con soli 30 ettari a denominazione controllata nel caso della zona termale, e si può solo rimpiangere la mancanza di energia che trattiene lo sviluppo qui di un’importante viticoltura moderna. Punti di eccellenza comunque esistono e trovarli intorno a Lamezia Terme è una logica conseguenza della crescita di queste coltivazioni. Alberto e Antonio Statti sono entrati nella azienda familiare negli anni Novanta con il preciso desiderio di dimostrare che un approccio contemporaneo ben focalizzato poteva dare nuova linfa ad una viticoltura che risale addirittura ai coloni greci del mondo antico. Varietà storiche e tecnologia moderna erano le parole d’ordine e hanno funzionato molto bene in questo agro. La famiglia, che risale al 1700, è storica, gli ettari cento, le rese volutamente professionali e contenute. Vino di punto: il Batasarro, Gaglioppo polposo, intenso e lungo, la prova provata che questi vini non devono eccedere in rusticità.
(Daniel Thomases)
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