Antropologo e docente dell’Università di Genova: “sarà diverso, ma anche occasione per ridare al cibo, troppo spettacolarizzato, un valore diverso. Ovvero il valore dell’essenzialità, nel suo ruolo di carburante del nostro corpo. Ma che un valore sociale, che è fatto di condivisione: non di quello che si mangia, ma con chi si mangia. E c’è condivisione anche se si è solo in due. Dopo la pandemia? Tutti ci dovremmo ritarare ad un approccio diverso anche al cibo”.
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