Una veste grafica fine e moderna, a dare appeal sempre maggiore alla proposta in bottiglia di una delle più efficaci aziende abruzzesi (multitasking e largamente diversificata, ha nel vino il suo fiore all’occhiello) e al suo cavallo di razza: il Vasari. L’annata in release è la 2015: una di quelle in drastica alternanza con precedente e successiva che l’anarcoide curva climatica degli ultimi lustri ci ha spesso consegnato. Dopo un 2014 scorbutico, freddo, difficile un po’ ovunque e avaro per quantità, e prima di un 2016 meno duro, ma altalenante e certo non scintillante (anche se con nuance di freschezza gradite nelle zone più stressate dal surriscaldamento) il ’15 si era appunto segnalato per un avvio accelerato, con anticipo di maturazione palpabile per le uve bianche, e qualche timore di dover cogliere rosse fenolicamente non perfette per anticiparne processi di “cottura” in pianta e sacrifici di aromi. E invece, il finale di stagione, pur ben asciutto, ha regalato escursioni termiche sufficienti a dar complessità al Montepulciano e, insieme, ha fatto da diga sul fronte fitosanitario consentendo raccolte abbondanti. Ecco allora un Vasari serio, solido, ampio, dalle carnose note fruttate, ma dotato a dovere della stimmate da sempre sue: il sorso vibrante, mai prematuramente seduto, e lo slancio agile verso un futuro che, in questo caso, si può facilmente presumere generoso e felice.
(Antonio Paolini)
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