Nel 2002 Pietro Gobbetti e suo figlio Alessandro, un passato lavorativo nel design applicato al cinema e ai media, fondano Poggio Cagnano. Un podere che oggi conta su un paio di ettari di vigneto a biologico già vitati ed altri tre che lo saranno presto, impiantati a Vermentino, Sangiovese, Ciliegiolo e Grenache (Cannonau). Siamo in Maremma e precisamente nell'areale di Manciano, a 500 metri di altezza, con alle spalle il Monte Amiata e di fronte il mare. Un luogo che sembra adatto ad impostare anche un lavoro in cantina che privilegi, accanto alle barrique, anfore e vasche di cemento, per guardare di più ai chiaro-scuri e meno all’intensità e all’estrazione dei vini, che, in questa parte di Toscana, sono spesso la cifra stilistica più diffusa. Una cantina, quindi, ancora in divenire (che guarda ad una produzione complessiva per il futuro non superiore alle 25.000 bottiglie), ma con un progetto ben definito che punterà sempre più alle varietà locali e a vinificazioni dalle macerazioni prolungate per ricercare bevibilità e finezza. Il Maremma Rosso Arenario 2016, da uve Cabernet Sauvignon in purezza e affinato per un anno in barrique, è comunque un rosso di impostazione più fine che potente. I piccoli frutti rossi, le note di grafite, si alternano negli aromi a cenni speziati e lievi tocchi erbacei. In bocca, il vino ha sorso succoso e denso ma anche buona tensione acida che ne amplifica freschezza e profondità.
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