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LA GRIFFE

Biondi Santi - Tenuta Greppo Docg Brunello di Montalcino

Su i Quaderni di WineNews
Vendemmia: 2010
Uvaggio: Sangiovese
Bottiglie prodotte: 57.000
Prezzo allo scaffale: € 70,00 - 75,00
Proprietà: Jacopo Biondi Santi
Enologo: Jacopo Biondi Santi

Lo sanno tutti, Biondi Santi non è nome qualunque a Montalcino. Biondi Santi è l’inventore del Brunello, marchio identificativo della famiglia che per prima ha pensato e realizzato questo vino. Di più, perché il merito di questo casato non è solo essere arrivato prima ma, negli anni, averlo fatto meglio di tutti. Nessuna cantina ha il fascino di questa e nessuna etichetta sa suscitare l’emozione e l’idea di assoluto prestigio come quella del “Greppo”. La novità più belle in realtà come queste è che non ci sono novità. E’ consolatorio sapere che tutto va avanti come sempre è stato, anche se, evidentemente, la vita ha le sue regole. Purtroppo Franco Biondi Santi non c’è più. Il gentiluomo del Brunello ha lasciato questo mondo e ora la cantina è in mano a suo figlio Jacopo. Il Brunello 2010 porta in etichetta e nel tappo di sughero il nuovo corso, sintetizzato dalla frase: imbottigliato da Jacopo Biondi Santi. Il vino in oggetto, realizzato ovviamente con Franco Biondi Santi ancora in vita, è la quintessenza della continuità stilistica e della classicità del Brunello. In tutto, a cominciare da una certa lentezza con cui i profumi si fanno nitidi. All’inizio la chiusura si fa sentire e le note riduttive offuscano il quadro, anzi lo rendono difficile da leggere e dai toni piuttosto bassi. Solo qualche istante e un po’ d’areazione, però, e questo Brunello meraviglioso si manifesta in tutto il suo splendore. Vino serrato e roccioso, figlio del suo stile e dei tratti di un’annata poco incline alle ruffianerie, eppure già delizioso e appagante. I profumi, via via che l’ossigeno gioca la sua partita, si fanno molto intellegibili, primaverili nei toni di ciliegia fresca, visciola e violetta, virando poi su sensazioni più autunnali, dai fiori secchi alle spezie, fino agli umori della cantina in fermentazione. La bocca è verticale, di una durezza che sa rapire gli appassionati del genere, attraversata da una spina dorsale acida che solo il Sangiovese trattato in una certa maniera sa regalare. E il tannino è altrettanto austero, giovane, perfettamente estratto e saporito ma certo presente, tutt’altro che addomesticato. Un grandissimo Brunello. Almeno per chi ha in testa un’idea di questo vino ancorata alla storia, alla tradizione e ad una certa vena romantica.

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