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LA GRIFFE

Coffele Dop Soave Classico Ca' Visco

Su i Quaderni di WineNews
Vendemmia: 2014
Uvaggio: Garganega, Trebbiano di Soave
Bottiglie prodotte: 12.000
Prezzo allo scaffale: € 11,00 - 13,00
Proprietà: Alberto Coffele
Enologo: Alberto Coffele

Storie di terra, di uomini e di passioni. Anche storie di vino, ovviamente. Quelle che ti fanno immaginare un progetto e che quasi ti costringono a realizzarlo. Deve essere stato così anche per i Coffele, da sempre legati alla terra e ai suoi frutti ma capaci nel tempo di ridisegnare (se non proprio di ripensare), seguendo appunto un’idea, il proprio percorso; decidendo per la vigna e l’uva in una terra che potrebbe dare anche tanto altro, dalle ciliegie alle olive. Alberto e Chiara Coffele coltivano 25 ettari di vigneto e una smisurata passione, l’esperienza e l’amore. Tutto questo, sapientemente mescolato come in una ricetta perfetta che dà vita ad un piatto unico, hanno permesso a questa realtà di crescere e affermarsi con uno stile originale e ben preciso fatto di nitidezza aromatica e fragranza. La cantina si trova nel centro storico di Soave, mentre i vigneti nella “sottozona” di Castelcerino. L’azienda sta per concludere l’iter per la certificazione biologica ma già da alcuni anni è dotata di un proprio allevamento equino che ha anche un ruolo attivo all’interno della produzione agricola. I cavalli si nutrono del foraggio aziendale e delle erbe infestanti dei vigneti oltre a fornire una considerevole quantità di sostanza organica chiudendo il naturale ciclo biologico. Dalla combinazione della Garganega con il Trebbiano di Soave nasce il Soave Classico Ca’ Visco, oggetto del nostro assaggio, un bianco che affina solo in acciaio rigoglioso fin dai profumi, capace di ammaliare per i toni di frutta gialla, ben alternati a cenni di muschio, erbe aromatiche e sensazioni quasi ferrose. In bocca è un vino, materico, nonostante la severità dell’annata 2014. Che rinuncia forse a un minimo di dettaglio, di sfumatura, per centrare in pieno la via della dimensione. Un vino che stupisce senza la volontà di illudere. Anzi, riuscendo a non perdere mai di vista equilibrio e allungo. Figlio di un carattere ben definito ma capace di tracciare un percorso è a suo agio nel gioco delle interpretazioni, delle idee e degli stili che in ogni territorio, in ogni denominazione che si rispetti, hanno la necessità di tracciare sentieri anche molto diversi tra loro ma non per questo necessariamente gerarchici.

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