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LA GRIFFE

Domaine Armand Rousseau Appellation d’Origine Contrôlée Gevrey Chambertin Premier Cru Clos St. Jacques

Su i Quaderni di WineNews
Vendemmia: 2004
Uvaggio: Pinot Nero
Bottiglie prodotte: 8.200
Prezzo allo scaffale: € 200,00 - 300,00
Proprietà: Famiglia Rousseau
Enologo: Eric Rousseau

Non è la prima volta che inseriamo i vini Rousseau in questa speciale rubrica, forse la più prestigiosa dei nostri Quaderni. Lo facciamo ancora perché, col passare degli anni, il blasone di questa celebre e celebrata cantina non è solo rimasto elevato ma si è addirittura impennato. Vini ormai quasi introvabili, purtroppo, se non a prezzi da capogiro che quasi più nessuno tra i “comuni mortali” può permettersi. Fatto noto a queste latitudini e destino comune a una manciata di Griffe che in Cotê d’Or sono diventate semplicemente un miraggio. Ma torniamo al Domaine Armand Rousseau, che si trova nel comune di Gevrey-Chambertin, dove nel tempo ha acquisito i tredici ettari a Pinot Nero che oggi fanno parte del suo patrimonio viticolo, in alcune parcelle straordinarie tra cui i Grand Cru Chambertin, Chambertin-Clos de Bèze, Charmes-Chambertin, Clos de La Roche, Mazy-Chambertin, Ruchottes-Chambertin. Per non dire dei vigneti Premier Cru, tra cui, appunto, lo Gevrey-Chambertin Clos Saint-Jacques. Quest’ultimo un piccolo appezzamento di poco più di due ettari. In passato avevamo recensito un’annata mitica come la 2005 mentre questa volta siamo praticamente all’opposto nelle considerazione di critica e appassionati. Si perché la 2004 non è stata certo facile in Borgogna e la maggior parte dei vini rossi sono, alla prova dei fatti, molto deboli e più che erbacei, con tannini spesso immaturi e finali poco piacevoli. Non quelli di Rouesseau, però, che conferma come i grandi interpreti si vedano soprattutto nei millesimi peggiori. Ecco dunque un vino integro, forse non monumentale nell’estrazione e nell’intensità aromatica, eppure capace di raccontare questo Cru in maniera compiuta ed elegante, a partire dalle classiche note rosse e speziate cui la mano di questo straordinario interprete ci ha abituato. Si parte con un ricamo di lamponi e piccoli frutti rossi, sia al naso che nell’attacco al palato, e si prosegue su cenni “indiani”, con un succedersi di spezie di rarissima eleganza. Trama leggiadra, forse un filo scarica a centro sorso, ma di beva inarrestabile e golosa.

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