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EDITORIALE

Il Chianti Classico è attrezzato per le sfide future

Nonostante il 2024 sia stato un anno connotato dalla perdurante instabilità del contesto internazionale, con andamenti nel 2025 davvero imprevedibili, le marcature dei vini con il Gallo Nero, a fine anno, si sono attestate allo stesso livello del 2023. Le giacenze, con la vendemmia 2024, quantitativamente superiore alla media, restano stabili. Anche sul fronte del prezzo dello sfuso, sostenuto da un accordo di filiera, i numeri sono positivi (attestandosi sui 350 euro ad ettolitro di quotazione media, in crescita costante dal 2019 al 2023), con la conferma di numeri positivi per le tipologie “premium”: Riserva e Gran Selezione sono congiuntamente il 43% della produzione e il 54% del fatturato. È la fotografia di un territorio storico (coi suoi 100 anni appena compiuti dalla fondazione del Gallo Nero), senza dubbio bello (forte del percorso per la candidatura a Patrimonio Unesco come “Il paesaggio del sistema delle ville-fattoria del Chianti Classico” ) e, dicevamo, in salute. Si conferma come l’areale probabilmente più attrezzato per giocare le nuove sfide del futuro dell’enologia: da quella sui prezzi a quella della connotazione stilistica delle proprie etichette, dal contributo del “genio femminile” alla sostenibilità, che, grazie al nuovo “Protocollo” voluto dal Consorzio, si declina in ambientale, ma anche sociale e culturale. Sono solo alcuni esempi significativi, nonostante la congiuntura del mondo del vino non proprio felicissima. Questa confortante continuità economica ed estetica del Gallo Nero, non lo mette al riparo dalle insidie strutturali - sempre più pressanti - dell'emergenza climatica, che, anche a queste latitudini, non cessano di rappresentare uno dei problemi più complessi per il mondo del vino globale.

(fp)

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