A livello internazionale il made in Italy alimentare subisce l’attacco dell’italian sounding, ma anche della concorrenza di produzioni di basso livello, frutto dell’abuso della chimica e dello sfruttamento del lavoro: chiediamo equità. I controlli sanitari sono fondamentali, devono entrare prodotti che rispettano i nostri standard. L’Italia, come pochi altri Paesi europei, ha un’incredibile diversità, che dobbiamo tutelare, anche per difendere l’agroalimentare dalle assurdità delle etichette a semaforo. La globalizzazione non dobbiamo subirla, lavoriamo attivamente sui mercati, come abbiamo iniziato a fare con la Cina”.
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