Nel recente passato, la Sicilia è stata protagonista di un vero e proprio “Rinascimento” enoico, prima attraverso il lavoro pionieristico di una pattuglia di cantine e poi grazie ad Assovini Sicilia, che ha consolidato quella prima “scintilla”, costruendo un vero e proprio movimento, contraddistinto da scelte collettive, oggi espresse da numeri da primato, anche grazie alla Doc Sicilia. Era il 1998 quando Diego Planeta, Lucio Tasca e Giacomo Rallo, firmarono l’atto costitutivo di Assovini Sicilia, accompagnati nel progetto da 8 aziende che aderirono da subito all’iniziativa. Attualmente, Assovini Sicilia conta su 100 associati, 47,6 milioni di bottiglie prodotte nel 2023, l’83% dei vini Doc e 11.000 ettari a vigneto (sugli oltre 95.000 di tutta l’isola), generando più dell’80% del valore del vino siciliano imbottigliato. In oltre 25 anni, Assovini ha soprattutto saputo innovare e rinnovarsi, abbracciando completamente lo spirito del tempo portando, e siamo nel 2020, anche alla nascita della Fondazione SOStain Sicilia, con l’obiettivo di accompagnare le 43 cantine protagoniste del progetto verso la misurazione del loro impatto aziendale sull’ecosistema. Un movimento anche in grado di uscire dai confini nazionali con l’export a rappresentare oltre il 50% delle vendite e con il mercato europeo a pesare per il 98,6% sulle esportazioni, seguito da quello nord americano, inglese, giapponese, cinese e australiano. A tutto questo si aggiunge un tendenziale dinamismo che guarda al futuro, affrontando il tema dell’emancipazione femminile e sostenendo la transizione generazionale nelle aziende familiari del vino siciliano, che infatti, nel 78% dei casi, ha già integrato una nuova generazione under 40 nella gestione aziendale.
(are)
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