Vigneti pedecollinari, basalto lavico e conduzione in biologico sono gli “ingredienti” dei quattro cru de La Cappuccina: San Brizio, Fontego, Monte Stelle e Campo Buri. La quarta generazione della famiglia Tessari - Pietro, Sisto ed Elena - ha dato una svolta all’azienda del bisnonno Lorenzo, fondata nel 1890 a Monteforte d’Alpone, con la nascita nei primi anni 80 de La Cappuccina. Pionieri nell’adozione del biologico - certificati dal 1985 - e “biodinamici nel cuore”, i fratelli Tessari hanno una visione a tutto tondo della tutela ambientale che investe tutti i processi, dalla autonomia energetica - raggiunta con un parco agrisolare nel 2024 - fino alla scelta di bottiglie leggere ed etichette in carta riciclata. San Brizio, da uve Garganega in purezza della vigna dietro Villa Buri, sede storica dell’azienda, rappresenta un’idea estrema di Soave: fermentato per due settimane e affinato in legno francese da 500 litri per 8 mesi, acquisisce non solo struttura e opulenza, ma anche longevità, dimostrata da un 2016 degustato a 8 anni dalla vendemmia. L’annata 2022, in commercio, giallo paglierino e riflessi dorati, al naso presenta note floreali e di frutta matura e sentori di vaniglia e miele d’acacia non prevaricanti. L’equilibrio tra frutto e legno si apprezza anche al palato che ne conferma l’eleganza insieme a una buona struttura e a una interessante sapidità che ne prolunga la persistenza.
(Clementina Palese)
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