Partire da Vigna di Paola per raccontare Tasca d'Almerita: una sorta di zooming out a cui il cinema ci ha abituati e che di solito finisce col proiettarci nello spazio e vedere la Terra sempre più piccola. Che è esattamente il motore che spinge l'enorme cambio di paradigma che la Griffe di questa monografia sta affrontando da qualche anno: relativizzare l'uomo, responsabilizzarlo a rimediare ai danni che ha fatto ad un sistema ricco e meraviglioso e inesorabile. Vigna di Paola, dicevamo: 4,5 ettari di viti verdissime, che si stagliano da un suolo di polvere nera vulcanica verso il mare azzurro delle Eolie. Qui Tasca si è presa carico del suo ultimo progetto romantico (Salina e Mozia, le precedenti due), custodendo le piante di Paola Lantieri a Contrada Gelso. Vigna di Paola è l'etichetta tridimensionale di Tenuta Capofaro: sapida e metallica com'è l'aria sulfurea di Vulcano, fresca di elicriso e finocchietto, dolce di gelsomino e caprifoglio. Più profonda dell'etereo Didyme ma meno aromatica e densa della Malvasia Passita. In attesa di scoprire la differenza nel bicchiere fra le vigne a Salina di Capofaro e quelle di Valdichiesa, questi tre vini rappresentano l'anima tirrenica della Sicilia di Tasca, un resort - scrigno di ospitalità, natura e persone - dove la sostenibilità è intesa nel profondo (come nella sua cucina senza sprechi) ma accessibile a pochi. Il tassello “lusso” però è solo uno dei tanti che compongono il mosaico dell'azienda siciliana. C'è l'anima africana di Mozia, dove il Grillo dei Fenici cresce raso mare e si nutre di luce impietosa; c'è l'anima vibrante, dove l'energia e la maestosità dell'Etna e delle sue contrade trovano casa a Passopisciaro, sul versante Nord; c'è l'anima accogliente di Monreale, dove si è reso autoctono un vitigno internazionale - lo Syrah - investendo sulla piccola denominazione della campagna palermitana; c'è l'origine, infine, l'animo regale: 600 ettari di “colline benedette di Regaleali” dove tutto ebbe inizio nel 1830, per diffondere il valore dei vitigni siciliani nel mondo. In Tasca c'è storia, consapevolezza, curiosità, e voglia di affrancarsi da un'idea di Sicilia immobile e retrograda, per dimostrare che c'è invece un lato aperto e competente, permeabile e avanguardista. Ed è questo il salto inevitabile quando si vuole uscire dalla convenienza del proprio orticello. Si fa rete: certificazioni, fondazioni, associazioni... Si cercano soluzioni più grandi di noi per problemi più grandi di noi, come la sostenibilità a 360°, di cui Tasca oggi è fra i più grandi promotori. Oltre l'impatto zero: relativizzarsi, per restituire al domani valore in più, di quello usato oggi per stare bene.
(ns)
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