“Il lavoro agricolo è stagionale, ma il 10% di lavoratori a tempo indeterminato è una percentuale da migliorare. Ad esempio con dei contratti pluriennali, perché spesso lo stesso lavoratore viene riassunto ogni anno dalla stessa azienda. Sarebbe utile a fidelizzare il lavoratore e a dare maggiori garanzie al lavoratore. Per un vero e proprio indeterminato, lavorando quindi tutto l’anno, servono degli incentivi importanti affinché sia conveniente per entrambe le parti. Per lo Stato sarebbe un costo limitato, perché risparmierebbe sulla disoccupazione agricola”.
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