Nel tumultuoso 2020, Asti e Moscato d’Asti hanno dimostrato di saper stare sul mercato meglio di tanti altri vini. Il motivo è, tutto sommato, semplice: la forza sul canale della Gdo, da un lato, e i tanti mercati di esportazione, che non hanno fatto mancare il loro supporto. Dagli Usa alla Russia, passando per la Gran Bretagna, i mille volti delle bollicine piemontesi hanno saputo trovare risposte importanti. E da queste, come racconta a WineNews il neo presidente del Consorzio dell’Asti, Lorenzo Barbero, dovrà ripartire. Nel segno di un profilo rinnovato e di un territorio, Patrimonio Unesco, che ambisce alla certificazione di sostenibilità.
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