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Un territorio e una famiglia

Nel mondo del vino di Bolgheri c’è sempre fermento e qualcosa si muove comunque. Oggi a muovere quel mondo, anzi a rimuoverlo, una famiglia che a quel mondo ha dato molto: i Della Gheradesca, famiglia che vanta dodici secoli di presenza significativa a Bolgheri, rendendolo un luogo di agricoltura moderna prima e culla di grandi vini dopo, sebbene prodotti da altri, ma su molte delle terre di proprietà di quella famiglia. Grandi nomi del vino che hanno reso Bolgheri nota universalmente, rendendo proficuo il rapporto uomo-natura e ergendolo a simbolo, come quel Viale dei Cipressi “che a Bolgheri alti e schietti, van da San Guido in duplice filar”, pensato e realizzato proprio da Guido Alberto della Gherardesca nell’Ottocento e oggi scenario magico della “cena dei mille”. Ma la famiglia Della Gherardesca è stata fondamentale per l’esistenza stessa dei vini bolgheresi: basti pensare che lo zio di Gaddo, Mario Incisa della Rocchetta (“inventore” del Sassicaia) e Niccolò Antinori, suo cognato, che ne prese la distribuzione, erano ambedue sposati con una Della Gherardesca. Mai però ha prodotto un vino con il proprio nome. Un’assenza oggi colmata, grazie alla collaborazione tra Prosit Group e Gaddo della Gherardesca, che apre un nuovo capitolo nella storia enoica italiana, con l’arrivo di un Brunello di Montalcino e un Bolgheri Rosso, firmate dall’antica famiglia toscana. Un progetto che parte dalla terra, e che vede protagonista una famiglia appartenuta da sempre alla terra. E se nella Treccani o nel Dizionario della Commedia Zanichelli non mancano le voci dedicate ai Della Gherardesca, adesso bisognerà aggiornare l’elenco dei produttori di vino italiano, con l’ingresso di questa nobile famiglia in uno dei palcoscenici enoici, quello bolgherese, più importanti d’Italia.

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