Dal tasting di Barolo Borgogno, in asta da Finarte il 28 ottobre (con 1.900 etichette, a partire dal 1931), le riflessioni del sommelier Nicola Bonera. “Innanzitutto sono il racconto di qualcosa di realizzato quando molti di coloro che assaggiano certi vini non erano neanche nati, e solo per questo vale la pena. Per un ristorante sono l’opportunità di offrire esperienze uniche, se ben valorizzati. Per una cantina, un elemento di prestigio, e la possibilità di valutare e raccontare un percorso fatto nel tempo”.
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