Uno degli “incubi” ricorrenti da parte di un appassionato di vino è aprire una bottiglia, magari pregiata, e avvertire il “sentore di tappo”. Il risultato è una serata da dimenticare dal punto di vista enoico, e salvabile solo se a portata di mano c’è un’alternativa di ugual valore. Particolare magari scontato in un ristorante, meno quando siamo a casa insieme ad ospiti che abbiamo invitato. E nonostante i progressi della tecnica, passano gli anni, ma il “sentore di tappo” rappresenta ancora oggi una delle principali fonti di alterazione sensoriale del vino. Il responsabile, come noto, è il Tca (2,4,6-tricloroanisolo), una molecola che può compromettere l’esperienza del consumatore anche a concentrazioni molto basse. Secondo il Cork Quality Council, il Tca è presente in circa una bottiglia su tre e nel 95% dei casi la sua origine è riconducibile al tappo. Uno studio recente condotto da Tofwerk e dall’Università di Padova su 2.969 tappi in sughero ha rivelato che il 5,4% presentava una concentrazione di Tca maggiore o uguale a 0,5 nanogrammi per litro, soglia sufficiente a compromettere un vino spumante, mentre il 2,2% superava 1 nanogrammo al litro, un livello in grado di alterare la percezione sensoriale anche nei vini fermi. Alcune categorie di vino risultano, infatti, particolarmente sensibili alla contaminazione da Tca: ad esempio i vini spumanti, con una soglia di rilevazione estremamente bassa, intorno a 0,5 ng/L, ma anche i vini No-Low, quelli a bassa o nulla gradazione alcolica, simili a soluzioni acquose, con una soglia di percezione che scende fino a 0,03 ng/L, rendendoli sensibili anche a tracce infinitesimali. Il Tca non si limita a generare aromi di muffa o cartone bagnato, perché maschera anche i profumi originali del vino, compromettendo il profilo aromatico già a concentrazioni inferiori alla soglia di riconoscimento.
“Il problema del Tca è tutt’altro che risolto. Ancora oggi compromette l’esperienza del consumatore e l’immagine dei produttori, In un vino No-Low o in uno spumante, anche la minima alterazione aromatica è immediatamente percepibile. È fondamentale che la scelta del tappo tenga conto di queste caratteristiche spesso sottovalutate”, ha detto Romain Thomas, Product Manager Vinventions, realtà che propone soluzioni di chiusura innovative e sostenibili e che nel 1999 ha lanciato Nomacorc, gamma di chiusure di tipo tappo raso progettata per garantire assenza totale di Tca e con una composizione che esclude completamente il sughero per offrire neutralità sensoriale e protezione degli aromi nel tempo. E che guarda anche al rispetto dell’ambiente: Nomacorc Ocean, ad esempio, è realizzato con plastica recuperata dagli oceani, ed è stato scelto, tra gli altri, da una cantina iconica del Piemonte, come La Scolca, per il “Cortegaia, un bianco fresco e moderno, con soli 9,5% di alcol”, ha dichiarato il direttore dell’azienda, Roberto Lazzaro.
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